Un problema dell’industria hi-tech è sempre stato quello di dare un seguito ai prodotti di maggiore successo, man mano che il tempo li rendeva obsoleti. Questa era la situazione di Commodore all’inizio degli Anni 90, quando a fianco dei più recenti e sofisticati computer C128 e Amiga, gli obsoleti C64 continuavano ad essere acquistati per milioni di pezzi, grazie all’impareggiabile catalogo software. Nei laboratori si cercava di risolvere la difficile equazione tra la necessità d’aggiornamento (l’architettura C64 aveva ormai 7 anni e subiva la pressione dei concorrenti) e la compatibilità, con lo scopo di raccogliere il più possibile l’eredità del C64. Il team di progetto, capeggiato Bill Gardei per l’hardware e Fred Bowen per il software, sviluppo’ nel periodo ’87-’91 un sistema con queste caratteristiche, che migliorava le capacità audio, di calcolo, di memoria, e grafiche investendo su un set di chip, tra cui un processore compatibile, creati appositamente dalla Commodore Semiconductor Group. Il nuovo computer, noto come C65 (o anche C64DX) fu sviluppato fino alla fase di pre-produzione, con la costruzione di alcune decine d’esemplari per gli scopi di test e dimostrazione. Non fu però mai commercializzato per via delle decisioni strategiche che i vertici aziendali presero successivamente. Un raro esemplare funzionante di C65 sarà esposto e dimostrato alla mostra-convegno BitStory il prossimo 5 marzo 2016 presso lo spazio Ex Fornace, Alzaia Naviglio Pavese 16.