All’inizio degli Anni 50, l’Italia aveva ricucito gran parte delle ferite della guerra e guardava verso un futuro di pace e sviluppo. Grazie ai fondi del piano Marshall, il Politecnico di Milano acquistava dagli USA un computer elettronico per preparare alla tecnologia i giovani ingegneri e creare benefici all’economia del territorio, permettendo alle piccole e medie imprese di accedervi.
![Luigi Dadda](http://www.bitstory.it/wp-content/uploads/2016/02/ldadda4-217x300.jpg)
Un giovane docente, Luigi Dadda, è mandato dall’allora rettore Cassinis in California, presso la Computer Research Corporation, per curare la progettazione e la costruzione del calcolatore – a quei tempi i computer venivano fatti “su misura” per i committenti -. Il computer del Politecnico, modello CRC102A, del costo di 135 mila dollari era basato sulla tecnologia delle valvole termoioniche; fu trasportato via nave fino a Genova e poi da qui, via terra, fino a Milano. Luigi Dadda continuò a occuparsi in seguito della manutenzione e della gestione del computer presso il centro di calcolo dell’Ateneo, nel 1954 primo in Europa continentale
![CRC102A](http://www.bitstory.it/wp-content/uploads/2016/02/ldadda2-274x300.jpg)
a poter disporre di una macchina di calcolo completamente elettronica. La storia di questo primato italiano e di Luigi Dadda, in seguito rettore del Politecnico di Milano, sarà raccontata da Roberto Dadda in una sessione della mostra-convegno BitStory il prossimo 5 marzo 2016 presso lo spazio Ex Fornace, Alzaia Naviglio Pavese 16.